sabato 16 giugno 2012

Un racconto con molte virgole, ma il problema è un altro.



Sto tranquillamente passeggiando col cane, quando mi rendo conto di non esser proprietario di un cane. Sono cose che capitano nella provincia italiana, appena attaccata da Scipione. Il legittimo padrone del quadrupede, una donna sulla sessantina straordinariamente somigliante ad Enzo Jannacci, mi ringrazia e annoda il guinzaglio ad un parchimetro. Pochi passi più in là, il mio collega malvestito ondeggia, sbattuto dalla calura e dalla sambuca del discount che tiene nascosta nel cassetto della scrivania.

“E’ una cosa misteriosa, messere”, mi dice con voce sgraziata. Credo non mi abbia riconosciuto. La vena sulla sua fronte si ingrossa, ed assume la forma di una mannaia. Affibbia nomi d’altre epoche.
“Cosa, buon uomo?”, faccio io, attento a non contraddirlo, come si fa coi sonnambuli.
“Il fatto che si dica Gli Europei di calcio, e non L’Europeo di Calcio. In fondo è solo un campionato, mica tanti”. E fa un rutto.
“Io ritengo più inspiegabile la passione delle donne per la spremitura dei brufoli dei propri uomini, mio signore”, chiudo, scostandomi dalla perturbazione gastrica che stava per investirmi.

Il cane abbaia alla sua coda.

L’altro giorno il collega malvestito stava riponendo alcuni abiti invernali sulla parte superiore di un grosso armadio. Era solo in casa. Aveva messo una latta d’olio su di una sedia, e questa bizzarra costruzione gli serviva come scala, per raggiungere la vetta. Il viaggio d’andata non aveva presentato problemi, ma nel riporre con cura alcune scarpe sul fondo dell’armadio, la latta d’olio è scivolata via dalla sedia. Lui ha provato ad appoggiare il piede allo schienale della stessa, ma questo è caduto all’indietro. Il collega malvestito, in un insignificante pomeriggio di giugno, si è ritrovato, a 64 anni, con la parte superiore del corpo in equilibrio sul tetto di un armadio e la parte inferiore penzolante su 2 metri di vuoto. Ha provato a verificare se fosse plausibile un salto all’ingiù, ma l’assenza di scarpe ai piedi, ed una forma fisica degna di un ministro greco, lo ha fatto desistere. Ha pensato allora di salire per intero sull’armadio, ma questo non avrebbe retto il peso del corpo disarmonico dello stesso. Sono passati alcuni minuti, poi altri. Dieci, venti. In questi momenti il tempo è quanto mai un cattivo compagno. Ha sentito squillare il cellulare. Il telefono di casa. Ha udito automobili sfrecciare sotto casa. Un aereo.  Il petto gli doleva. Le mani erano rigate dalla fatica, come quando da piccoli portavamo quelle buste di plastica verde, indistruttibili, che si conficcavano nella carne del palmo. Le gocce di sudore gli coprivano gli occhi. La sua figura formava un angolo retto, statico, tre metri sopra al mobile. D’un tratto sente il citofono. Doveva essere la figlia. E inizia, con flebile voce, a chiamarla. “Nevina!”. Nulla. “Nevinaaa!”. La voce era troppo bassa. Altro colpo di citofono. “NEVINAAAAAAA!!!!”. La figlia lo sente. Avverte il pericolo. Il padre farfuglia qualcosa. Dopo qualche minuto Nevina entra, scavalcando la finestra della cucina, e trova due gambe tozze che si agitano dall’alto di un mobile anni ’50. Prende una sedia, raccoglie la latta d’olio volata in un’altra stanza, regge il tutto ed aiuta il padre a scendere, recuperando così una postura da homo sapiens, sul pavimento in cotto. Piedi nudi e screpolati toccano finalmente terra.

Anche se io, uno che ha chiamato la figlia Nevina, l’avrei lasciato un’altra mezz’ora a riflettere, sull’armadio.

sabato 2 giugno 2012

Almanacco degli Uomini Stupidi - edizione speciale



Immagini di lampadari che si muovono intasano i reparti video dei siti all news. Ritengo straziante la sciagura del terremoto, ed altrettanto drammatica l’esistenza di persone che accendono il loro smartphone per riprendere l’orrido paralume impolverato che ondeggia di qua e di là, anziché mettere la testa sotto l’arco della porta per salvare il culo e risparmiare la batteria per chiamare i soccorsi.
Ma non è questa la notizia shock della settimana.


Ci sono stati 49 feriti ad Oslo per il concerto di Justin Bieber. Sì, JB, il ragazzo che ha l’unica pettinatura al mondo per la quale prenderei a schiaffi mio figlio. Vabbè, una persona non va giudicata dalla sua pettinatura, né dal modo in cui va vestita, nè dal modo in cui canta. Allora lo giudicherò per il fatto che non ha i baffi. Questo si può fare? Si può rischiare la vita per uno che sembra una ragazzina senza tette?
Ma neanche ‘sta cosa mi ha scandalizzato.


La notizia migliore dell'Almanacco è una favola a lieto fine.
È la storia di Eric Newman, quello che fino  pochi giorni fa era un tranquillo ed innocuo attore di film hard canadese, specializzato in pellicole pornogay. Eric, 25enne di bell’aspetto, si era contraddistinto in questi anni per aver girato capisaldi del genere quali Street Bait e Son of Poseidon, e per aver, nel 2009, pubblicato un video in cui uccide dei gatti soffocandoli nell’aspirapolvere. Insomma, un canadese medio. Ma si sa, dopo un po’ il Canada inizia a stufare. La stessa porno community non offre quella stravaganza che ogni venticinquenne dei nostri tempi ritiene indispensabile. Allora, una bella sera, anziché stordire dei rinoceronti col Maalox o chattare con i Maoi su Badoo, Eric invita un amico trentenne, uno dei tanti asiatici di quell’età che decidono di passare gli -enta nel Canada. Un bicchierino, un disco di James Blunt, due risate, e poi Eric uccide a coltellate l’amico, ne seziona il corpo in più frammenti,  sgranocchia le parti ritenute più tenere, filma tutto con la sua viedocamera, esce di casa ed invia: il piede al partito conservatore di Ottawa, la mano al partito liberale – la parcondicio dei killer efferati è un must-, e il busto lo lascia in una valigetta sotto casa. Poi posta il video cannibale sul web e parte per la Francia.
Non fate quella faccia. Capisco che sia una storia come tante in giro. C’è dell’altro. L’aspetto più agghiacciante è che Eric Newman cinque anni fa ha cambiato nome. Per chiamarsi Luka Rocco Magnotta. Il latitante ha il nome di un ex bidello abruzzese. Ecco, se io fossi stato l’impiegato dell’anagrafe, cinque anni fa avrei segnalato questo scempio, grave quanto l'omicidio, alle locali forze dell’ordine. E forse, oggi, avremmo un trentenne asiatico in più.





Comunicazione di servizio per chi non ha veramente niente da fare domenica 3 giugno, dopo cena (verso le 22,00). Mi intervistano su Radio500. Ci si arriva tramite questo https://www.facebook.com/radio500. Rallegramenti.