martedì 26 ottobre 2010

Ite, missa est.

Nella foto, il rimanto al trading nel Forex.
Sgomberate l'attico fuggente da tutto quello che credete reale. Aprite la mente all'ospite inatteso. Stupitevi come se Toni Servillo trovasse la sua A112 sfracassata da Giancarlo De Cataldo, come se Andrew Howe avesse una ragade cervicale, come se il vostro capo fosse ricoperto di forfora, ed anche i vostri colleghi.
Acclamate l'inacclamabile, superate l'insuperabile, gestite l'ingestibile, difendete Linda Mccartney dai fastidiosi profanatori di bionde.
O miseri esseri minimi, pallide macchie di sugo sulla tovaglia dell'esistenza, chi siete voi per dubitare dell'assoluto. Chi vi chiama quando il gioco si fa duro? Cosa ne sapete delle vostre origini? Avete forse partecipato alla sceneggiatura dell'Uomo che cadde sulla terra? E se si, perchè quel finale al Bar?
Usciamo dalle nostre urne di porcellana, chiamiamo a noi i più deboli, per ultimi, imbracciamo le nostre armi, i nostri feticci, le nostre camicie di flanella a scacchi e corriamo seminudi (è pur sempre ottobre) verso il sole di Ave Ninchi, alla ricerca delle doppie punte dell'anima, alla scoperta di un futuro più grande di quanto si possa credere, in una costante ma tenace caccia all'utilizzatore finale del Comic Sans.
Ipotizzo un domani in cui nessuno dubiti più del prossimo, ognuno userà la parola "transeunte" in almeno un discorso al giorno, mio cognato versi fiumi di bile durante il pranzo della domenica acciocchè ci si possa abbeverare al fegato della conoscenza. Un domani di capodogli laureati.
Se è vero che Johnny Dorelli è vivo, dammi un segno. Fammi capire il senso delle cose, le radici del vento, la bulimia di Rostropovich. Donami l'orecchio per sentire i profumi, il naso per stanare chi cita Calamandrei.
Dammi la forza, o presentatrice Tupperware, di affrontare il giorno e la notte con la medesima maglia della salute. Dammi un ossimoro violaceo, ne farò un uomo completo. Dammi un ombelico ricolmo di seme. Portami con te nella Valle di Elah, alla scoperta delle pasticche più dolci. Se la vita val la pena di essere vissuta non lo so, ma giuro che mi informerò. Lo chiederò al primo passante, nella speranza che qualcuno mi ascolti. Lo domanderò ramingo al giocatore di canasta, bramando un occhio di riguardo quando il cielo stellato sopra di me sarà plumbeo. Sarà allora che, sorseggiando candeggina, l'assioma mi apparirà più chiaro.
E tutto per un banner errato.
Ettore.

2 commenti:

  1. Vorrei andare nella valle di elah, mi spieghi la strada? P.s. Quanti ne siete?

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  2. "Usciamo dalle nostre urne di porcellana, chiamiamo a noi i più deboli, per ultimi, imbracciamo le nostre armi, i nostri feticci, le nostre camicie di flanella a scacchi e corriamo seminudi (è pur sempre ottobre) verso il sole di Ave Ninchi, alla ricerca delle doppie punte dell'anima, alla scoperta di un futuro più grande di quanto si possa credere, in una costante ma tenace caccia all'utilizzatore finale del Comic Sans."

    Splendido, sarebbe da ciclostilare e spargere sulle strade da un dirigibile.

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