sabato 4 aprile 2015

Lettera ai cinesi


Cari cinesi.

Io non ce l'ho con voi. 
Siete gran lavoratori, avete un'economia che comanda il mondo, una mafia rispettabilissima, oramai non c'è cosa che non sia prodotta in una delle vostre città da cento milioni di abitanti tutti uguali. Abbiamo anche imparato a mangiare lo stesso cibo.
Io ci entro, nei vostri negozi. 
Passi che nessuno di voi, eccetto la proprietaria, parli italiano. Passi che mi facciate seguire per controllare che non mi fotta qualcosa. Passi il fatto che avete reparti per animali sovradimensionati e tastiere per pc senza il tasto euro. Passi tutto.
Ma, per carità, la musica cinese in filodiffusione la dovete togliere. 
Potrei perdere la pazienza. 

Con immutata stima, 

Ettore.

4 commenti:

  1. io non ce la faccio invece ad entrare nei negozi dei cinesi. sono un razzista dello shopping

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    1. dai puoi entrarci basta che non compri roba commestibile o giocattoli radioattivi per bambini.

      comunque mai sentita musica cinese in un negozio cinese. qua non si sono ancora spinti così in là.

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  2. Devi aver fatto come me un giro da "Ello & Ella" (insegna tradotta da google).

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  3. se non ci fossero i cinesi tanti lavoratori e pensonati morti di fame non avrebbero di che coprirsi visto che il loro reddito è rimasto quello delle lire e le tasse aumentate
    ed il tutto grazie ai caporioni thajathani che si sono raddoppiati o triplicati le prebende, approfittando dell'entusiasmo dell'euro.
    1 biglietto autobus = 1000 lire
    1 biglietto oggi = 1,5 euri
    1 ora di sosta strisce blu = 1000 lire
    1 ora di sosta oggi 1,5 euri (però adesso il tar si è accorto che nell'ordinanza del sindaco c'è stato un errore grammaticale e 2 virgole fuori posto ed ha riportato il pargheggio ad 1 euro, fino a settembre però)

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