martedì 3 luglio 2012

Shu.


C'è una foca che mi cinge le spalle con la sua pinna fresca. Sono in canottiera, di quelle bianche a riga larga. Scalzo, coi piedi ben saldi sul muschio refrigerante. Una brezza leggera mi spettina. Non che abbia ciuffi da contenere, ma passo le dita tra i capelli come Terence di Candycandy. Da lontano sento il fruscìo delle foglie che compone le lettere di un nome che non conosco: “Shu”. Il richiamo si avvicina. Cerco di allontanarmene volando a rana, e mi riesce benissimo. Trapasso una nuvola gelida, e un'altra ancora. Ma “Shu” è al mio fianco, costante.
Cerco di atterrare sul morbido, ma rallento sempre più. Arrivo a pochi centimetri da uno stagno. Vorrei toccare l'acqua fresca, ma riesco solo a sfiorarla. “Shu, Shu, Shu”.
Ora pedalo una bicicletta ferma. Mi alzo in piedi sul sellino, come sul Pordoi, ma il pedale non cede, come se fosse scolpito nel telaio. Telaio, che non c'è. Il manubrio è un ghiacciolo all'amarena, e i palmi mi restano incollati sopra.
Un'otaria mi sta fissando, seduta su una sdraio.
“Shu, Shu!”.
Il vento cresce, ora più intenso, ora più tenue, ma sempre più freddo. C'è un uomo che somiglia al mio insegnante di educazione fisica delle medie. Lo trascino nel cestino. Trovo aperta la portiera di un'auto e ci entro. Nella portiera, come la cenere profumata ai sapori di scandinavia. Passo al posto di guida, accendendo l'aria condizionata a palla. Dieci gradi, cinque gradi, zero gradi. Non parlo. Cerco di guidare, ma mi ritrovo sul sedile posteriore, e non riesco ad allungare mani e gambe. Dietro al parasole, compare un enorme ventaglio, i cui ideogrammi, se letti con attenzione, compongono la parola Shu.
“Shu, Shu, Shu!”

Apro gli occhi. La finestra della camera è aperta ma non passa un filo d'aria. La stanza è un'enorme bolla di vapore rovente. Mia moglie mi dice, a voce sempre più alta: “Su, su, su, svegliati, che è tardissimo”.  
Il mio martedì mattina.

14 commenti:

  1. Ma che bella!

    Grazie mille per il commento, CIAO!!!

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  2. sicuro non fosse lui?
    http://it.wikipedia.org/wiki/Shu_%28Ken_il_guerriero%29

    (non interessa a nessuno ma ho sognato che stavo sull'etna e scivolavo, assieme ad altra gente, lungo un versante. era impresa facile visto che era costituito da sabbia estremamente bagnata mista a ghiaccio. figata. poi, ovvio, l'etna ha eruttato e il sogno è andato in vacca visto che s'è trasformato in un tentativo impacciato di evitare la colata lavica. fine.)

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    1. E mi lasci così, senza un finale? Almeno, che ne so, Sgarbi che se la prende con le scivolate abusive o cose simili.

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  3. Pensare all'abbraccio di un foca in questo momento è estremamente consolatorio, non so proprio il perché.

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  4. “L'uomo che scambiò sua moglie per una foca.”

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  5. Dai, non mi sembra il peggiore dei risvegli. Per dire, domani un uomo si sveglierà e realizzerà di essere Uberto Bossi.
    Mica foche e afa.

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  6. devono essere soddisfazioni, soprattutto per tua moglie! :-)

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