22.09.2011
Avrei barattato il mignolo della
mano destra in cambio della voce di Billy Idol. Non tutta. Mi sarebbe bastato saper
dire “drink”, come lo pronuncia lui in Dancing with myself.
Alla fine che me ne faccio di un
mignolo?
Sulla tastiera del pc utilizzo
solo gli indici.
Applaudo sbattendo le prime tre
dita sul palmo della mano opposta. Quindi il mignolo è sacrificabilissimo. Il
sinistro, meglio ancora.
Non lo uso nemmeno per slide to
unlock. Andiamo, il mignolo serve a poco.
A meno che non siate Joseph. Si,
perchè Joseph ha una tecnica molto particolare nell’utilizzare le dita. Secondo
un suo protocollo, anche se con mani appena lavate, chiunque può toccare
qualsiasi oggetto sporco, col semplice utilizzo dei due mignoli, salvaguardando
l'igiene del corpo. Come se, appunto, i mignoli non partecipassero alla vita
attiva della mano. E lui, coi suoi mignoli, riesce ad alzare oggetti, va da sé
putridi, di portata oltre i 20 kg.
Joseph non parla. Ha smesso. Di
mestiere è tecnico audio sulle navi da crociera. Un lavoro che odia, ma chi non
lo odia? Ebbene, 5 anni fa, mentre smontava un impianto allo stato terminale,
in coda ad un raduno trance-polka di ferrotranvieri in pensione, uno sbalzo di
tensione lo ha lasciato per 7 secondi a vibrare sul pavimento della Sala
Orchidea, in pieno Oceano Indiano - direzione Mauritius. Terminata l'esperienza
extracorporea, Joseph si è rialzato, ha tolto un po' di segatura dal suo parka
e si è allontanato, fendendo il piccolo gruppo di fasulli che si era creato intorno
alla sagoma fumante del risorto, mentre la strobo continuava nel suo infame
lavoro.
Da quel giorno, Joseph ha cessato
le comunicazioni col mondo esterno.
Fischietta.
E fischietta solo Shout, dei Tears
for Fears.
Ad esser pignoli, ferma il refrain a “i can do without...”, lasciandoti col
dubbio che quel sospeso non si concluderà mai. E resti con quel “c’mon” fermo, sull'epiglottide.
Non ho mai capito se fischietti
quando è felice, perchè Joseph non ride mai.
O quando è triste. O quando è
indaffarato.
Comunque vada, quando meno te
l'aspetti, parte il pezzo, un sibilo che attraversa gli incisivi e si adagia,
comodo, nei tuoi timpani.
“Joseph”, gli faccio “Film Bianco
da me e poi in chat?”
Cenno.
La notte, alle volte, col nick
ahiMaria, navighiamo nei social adescando bolsi ragionieri sposati. Alcuni
implorano l'indirizzo di casa, altri fanno i poeti, i più avanguardisti
minacciano il suicidio. AhiMaria è sprezzante nei commenti, molto aggressiva,
estremamente mascolina. Sarà perchè è un uomo. Ma piace molto.
Questo passatempo è l'unica cosa
che diverte Joseph. È rapidissimo nel digitare frasi acute, al limite del
minaccioso. Riesce a prevenire la reazione dell'interlocutore invisibile.
Inserisce un rametto di liquirizia tra i denti come fosse un toscano ammaccato,
e batte ferocemente le sue dita, mignoli compresi, sulla tastiera nera, nella
stanza nera, della casa nera.
Io lo osservo ammirato.
Dopo un po' sputa la radice, si
alza, prende il parka e va via sbattendo la porta. E pensare che ci troviamo a
casa sua.
Non sai se rivederlo dopo un'ora,
un giorno, un anno. Joseph non avvisa. Dà tre colpi al citofono, e sai che è
lui.
03.01.2012
Joseph oggi ha un livido su un
braccio e lo sguardo basso. Ignoro cosa gli sia successo. Uno spintone in
metropolitana. Un commento sbagliato su Hendrix. Non so.
Casa sua è un coacervo di stracci,
chitarre scordate, bollette dimenticate, minacce di creditori. E una lettera di
incarico per una crociera di metà gennaio. Lazio, Toscana, Costa Azzurra, merda
varia. Midi files in sequenza casuale, tremila euro in contanti, neri e subito,
alcool. Un altro viaggio inutile.
Benestanti bronzei di melanoma ed
entusiasmati pleonasmi umani a galleggiare con lui. È che le pagano troppo
bene, le settimane di lavoro sull'acqua. Joseph le passa tra uno spinotto e uno
spinello, watt e volt. Sguardo basso e mani all'opera. Conosce tutte le
calzature degli ospiti. Espadrillas a febbraio, pvc infiammabili, sneakers da
un rene e mezzo. Ma le facce, quelle no. Non le reggerebbe.
Prendiamo un thè, amaro. Parlo
solo io.
Lui, come al solito, è di spalle,
alla credenza, che fa finta di pulire fornelli mai adoperati. Questa volta non
vuole partire, lo so. Piange. Vado via.
13.01.2012
“Alle ore 22,35 è partito l'allarme. La Concordia, verso le 21.40, ha
violentemente speronato una scogliera a circa 500 mt dalla spiaggia dell’Isola
del Giglio. Si è inarcata sul lato destro. I 4000 passeggeri hanno raggiunto le
scialuppe di salvataggio con notevole difficoltà. I soccorsi sono stati
attivati a partire dalla 23,00. Le squadre hanno recuperato, al momento, 18
corpi. Il numero dei dispersi è di 120 unità”
29.01.2012
“Nessuna speranza di trovare superstiti all'interno della Concordia,
adagiata su di un fianco nei pressi dell'Isola del Giglio. Sale dunque a 30 il
numero dei morti, mentre mancano all’appello 3 dispersi. Si tratta di 2 turisti
ed un membro dell'equipaggio, un tecnico del suono”
20.09.2012
Le mattine sono sempre uguali. Ora
seguo i principi del feng shui. Lo specchio è nell'altra stanza. La testa sta a
nord-est e le piante a sud-ovest. La casa non è più nera. L’analista mi ha consigliato
di dormire nudo. Ma io non dormo più. Un caffè insignificante in una tazza
sbreccata. Ho lasciato crescere i baffi. Non piacciono a nessuno. Ecco perché
li ho lasciati crescere.
Oggi ho un colloquio, ma so che chi mi siederà di fronte
avrà passato la notte fumando crack, o leggendo Coelho, e non so cosa gli faccia
più male. Prendo le chiavi dal mucchio di carabattole distese sulla mensola
penzolante, all’ingresso. La confusione depositata si adagia su di un fianco
come percolato in una discarica mal progettata. Apro la porta mogano sbiadito
dell'ingresso e metto un piede sulla crosta terrestre. Squilla il telefono di
casa. Non squillava da mesi. Avevo anche dimenticato la suoneria. Alzo la
cornetta. Dieci secondi di silenzio. E poi, dall'altra parte, un fischio. “Shout, Shout, let it all out, these are the things I
can do without…”
E poi silenzio.
Clack.
Figlio di puttana.
è da clap clap.
RispondiEliminama forse lo sai.
comunque l'unica vera funzione del mignolo... perlomeno del mio mignolo, è che entra perfettamente nell'orecchio.
Nel tuo orecchio.
Eliminasì, di solito non sturo orecchie a pagamento... per quanto non ci sarebbe niente di male: c'è chi stura ben di peggio!
Eliminacavolo, per un momento ci son rimasta male. bravo aldimari! (però umm... i baffi... cioè, non so. se c'è anche della barbetta attorno van bene ma da soli... umm. son perplessa)
RispondiEliminaDa queste parti c'è barbetta.
Eliminameno male (che sai nuotare)
EliminaTrovo tutto ciò una meraviglia. Sarà per l'affinità con i baffi alla Poirot, spuntatimi inaspettatamente una mattina quasi senza preavviso.
RispondiEliminaSi, capita che non ci sia preavviso.
Eliminaho sempre avuto amici molto silenziosi, ma il fatto che possano fischiare quella canzone, impazzisco! ;) ok, anche i baffi, sono il segno di un pennarello che sfugge, perciò..
RispondiEliminaI baffi, ovvero il mio nodo gordiano.
RispondiEliminaCosa è un feng shui??
RispondiEliminaE' una parola giapponese che vuol dire "ora tua moglie ha una scusa valida per spostare continuamente i mobili per casa"
Eliminai mignoli (o almeno uno dei due) servono essenzialmente per grattarsi e stuzzicarsi dentro alle orecchie.
RispondiEliminaSull'utilità nel grattarsi ho qualche dubbio.
EliminaCiao carissimo!
RispondiEliminaTornerò a leggerti con più calma, ma adesso non potevo non venire a ringraziarti per la bella sorpresa che mi hai fatto venendo alla mia presentazione di Pescara. Sono stato felicissimo di conoscerti!
Un grande abbraccio! :)