venerdì 22 febbraio 2013

Alle volte dovrei dimenticare di ricordare.





Settembre
“Che numero porti di scarpe?”, chiese Gabriele.
“43. Perchè me lo chiedi?”, dissi io.
“Ho un paio di Gucci bianco latte in pelle di coccodrillo. Domani te le porto. Ho proprio un 42 abbondante.”
“Ho detto 43, e comunque no, grazie. Non voglio scarpe da te. Tantomeno in coccodrillo. Poi bianche. No.” chiusi la discussione.

Luglio
“Ti servono dei notebook nuovi?”, mi disse Gabriele.
“No. L'ho appena comprato e non mi serve. Poi addirittura <>. E cosa dovrei farci? Una mostra?”
“Io comunque domani te ne porto uno. E' un Sony Vaio. Spacca”
“Non me ne frega niente che spacca. Non lo voglio. Tienitelo”

Maggio
“Sono al telefono con uno sceicco. Dobbiamo impiantare un parco eolico vicino Doha. Vuoi venire con me laggiù?”
“Ma perchè gli parli in italiano, Gabriele? Lo sceicco capisce la nostra lingua?”
“Si. E' stato tanti anni in Italia, e riesce a capirmi.”
“Mm. Comunque non voglio venire a Doha.”

Gennaio
“Ho fatto la doccia con Natalia Estrada”
“Grazie dell'informazione, Gabriele”

Gennaio/2
“Quando avevo la Ferrari Enzo, la guidavo solo nei weekend, perchè altrimenti il battistrada ne risentiva”
“...”

Marzo
“Non partii per le Olimpiadi di Mosca per colpa della parotite. Ero riserva nella squadra di pallamano.”
“Gabriele, non per contraddirti, ma hai l'età mia e nell'80 eravamo alle elementari. In quale sport possono essere coinvolti bambini così piccoli?”
“Ho detto Mosca? Volevo dire Atlanta, scusa”
“Ah. Sì, spesso mi confondo anche io tra le due città”

Maggio/2
“Lavoro nei servizi segreti. Ma non posso dirti che incarico abbia”, disse sottovoce Gabriele durante la pausa pranzo.
“Immagino che i servizi segreti ti abbiano istruito a dire a tutti così. <>. Molto interessante”

Gabriele è stato questo per un lungo anno della mia vita, circa dieci anni fa. Raccontava cose mirabolanti fatte in giro per il mondo. Sosteneva di non sapere dove fosse nato, e che i suoi documenti dicevano quello che lui voleva dicessero. Aveva amici molto in alto. Nella rubrica del cellulare c'era SIND. Mi disse che era il sindaco di Los Angeles. Tu parlavi di un luogo qualsiasi. Gabriele c'era stato, e ci aveva anche fatto sesso. Conosceva George Soros, Papandreu, Villeneuve, e qualunque nome ti poteva venire in mente. Le sue sigarette erano diverse dalle tue. Aveva provato acidi tibetani e grappe fatte con bile di panda. Diceva di avere un rene solo.

“A casa ho 12 furgoni. Se ti dovessero servire, devi solo dirmelo”
“Gabriele, toglimi una curiosità: ma con tutto questo potere, perchè fai ancora il centralinista da noi?”
“Ho bisogno di una copertura”

Gabriele era questo.
L'ultima volta lo vidi al bar di un cinema, qualche anno fa. Indossava un loden di due taglie più grande, e chiacchierava con una specie di amazzone platinata il cui Givenchy lo annusavi dalla galleria dell'A14. Fece finta di non riconoscermi. Dall'ufficio se ne era andato a fine contratto e non l'aveva rivisto più nessuno.
Gabriele era questo. Il Cazzaro Assoluto.

Oscar Giannino avrebbe molto da imparare da Gabriele. 
Magari sono la stessa persona.
O no.

6 commenti:

  1. ne conoscevo uno tale e quale ma si faceva chiamare Davide....

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  2. Secondo me lui diceva solo la verità....

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  3. bè, quando fai la spia di mestiere, un posto da centralinista è l'ideale. chiamalo scemo

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  4. Era una spia, negli ultimi tempi nei panni di Maggiordomo del Papa.

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  5. Io ho un Sony Vaio... Mi stanno venendo molti dubbi.

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  6. adesso sta a vedere che era pure arcangelo...

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