sabato 9 maggio 2015

Confessioni di un demente pericoloso (o come sopravvivere 60 giorni senza facebook)

Non sono più su facebook da 60 giorni.
L'evento non è stato salutato dai carrarmati della Piazza Rossa in parata, nè da uno speciale su RaiStoria condotto da quel giuggiolone di Paolo Mieli.
Pensavo che l'opinione pubblica desse più risalto alla notizia, visto che avevo un seguito corposo, alle volte quasi maniacale, di followers.
Invece sono andato via e facebook ha proseguito il suo lavoro quotidiano. Ognuno parrebbe continuare a sopravvivere, noncurante del fatto che io non ci sia più.
Non me l'aspettavo.
Ieri sera, molto tardi, diciamo stamattina, riflettendo sulle conseguenze etiche della masturbazione, e grazie all'apporto di mezza bottiglia di ratafìa, mi sono riaffacciato sulle pagine biancoblu del social network.
Video del cazzo (cioè, non proprio del cazzo, ma fossero state clip di un pene che parlava di Sci-Fi sarebbe stato meglio), musica di merda (in questo caso proprio così. Anzi, dimmerda), poesie brutte, foto di gente che vedrei volentieri a leccare i corrimano della metro di Calcutta.
E non sto qui a controllare se Calcutta ce l'abbia o meno una metro. Diciamo che se ce l'avesse, la immagino come la metro più sporca del mondo. Stereotipi e luoghi comuni, ok.
Ebbene, quando, esattamente, ho deciso di accettare l'amicizia di persone che disprezzo?
O meglio, perchè?
Era così indispensabile farlo?
Fare a gara a chi ce l'ha più lungo, a costo di condividere storie drammi ed estasi con gente alla quale farei fatica a stringere la mano, è diventato un obbligo. Un'esigenza.

"Ma guarda che coi blog è lo stesso. Non cerchi anche qui approvazione da sconosciuti, costretti a leggere i tuoi scazzi e le tue paturnie?"

Sì, lettore misterioso e scassacazzi. E' così anche sul blog.
Ma è un ambito più intimo. Non scorro una paginata di roba avariata, mix di madonnedimedjugorie, bukowsky, creme brulèe e dildi.
Scelgo di andare dove voglio. E mi ci fermo.

Sono uscito da facebook da 60 giorni, e non gliene frega un cazzo a nessuno.
Sono soddisfatto.

6 commenti:

  1. a saperlo ti avrei chiesto l'amicizia :D

    RispondiElimina
  2. certo, andar via così, senza nemmeno 'na bbona uscita, un vitalizio
    un po' ti deve far rodere,
    però puoi continuare a parlarne, che noi semo de bocca bbona

    RispondiElimina
  3. Il titolo avrebbe dovuto essere più eloquente. Piacciandolo su face nessuno capirà e io avrei tanto voluto.

    RispondiElimina
  4. ho appena scoperto cos'è il ratafià o rataffia, e intendo assaggiarlo il prima possibile.

    RispondiElimina