La stanza era poco illuminata. Una
decina di candele, posizionate a circa due metri da terra,
all'interno di nicchie ricavate nel muro di tufo. Le fiammelle erano
equidistanti. Se avessi tracciato una retta immaginaria tra loro
avresti ricavato un reticolato asimmetrico. Qualcuno aveva sbagliato
la disposizione. Nonostante tutto si riuscivano a delineare tutti i
profili dei presenti, e persino le emozioni abbozzate sui volti.
Chi aveva appena capito di essere
irrimediabilmente ubriaco cercava di recuperare la mascella che
pendeva inoperosa sorretta solo da guance emaciate.
Chi aveva puntato la sua donna per la
notte, rimandando di continuo l'approccio, ora non ne riconosceva più
la sagoma, e temeva che quella mano sulla spalla di un goffo barbuto
con la coda fosse la sua. Lo era.
Chi entrava nella stanza come se tutti
stessero aspettando lui, e ne usciva di lì a poco capendo che il
mondo, dopo tutto, gira anche senza il nostro misero apporto.
Chi aveva avuto la chiacchierata più
inutile della sua vita.
Chi cercava con la lingua una
scheggiatura di un molare.
Chi versava alcol in bicchieri così
piccoli che non facevi a tempo a girarli, che subito eri di nuovo al
bancone per la sete.
Le candele divennero nove. Una si era
spenta a causa del vento.
Vento non ce n'era, nella stanza. Forse
un alito improvviso, una voce alzata più del previsto. Luce ne
rimaneva, comunque. Di sicuro abbastanza per parlare a mezza bocca
senza che nessuno lo potesse capire.
Si spensero due candele. Tre sagome,
vestite di scuro, sparirono dietro una panca, inghiottite dal buio.
Sette candele maldisposte creano uno
strano effetto. Alcune zone sembrano illuminate a giorno. Altre
piombano nelle tenebre. Lì spariscono anche i suoni.
Tu controllavi tutto dal tuo posto. Al
sicuro, con una piccola candela posizionata poco dinanzi a te.
L'unica sui tavoli. Questo ti rendeva facilmente scrutabile dagli
altri. Vi, rendeva.
Una ragazza in abito a righe uscì. Si
spense una candela, la più alta di tutte.
Un uomo la seguì a passi più lenti.
Dovevano aver litigato, perchè lei scuoteva la borsa in pelle come
se fosse una bestia da punire. Un'altra candela si consumò al loro
passaggio, così come la loro storia.
La stanza divenne nera, con piccole
strisce di luce in quattro punti. Un ragazzo ubriaco indossava un
cappello da messicano. L'avevo notato da fuori. Bevuto tutto quello
che c'era da bere, continuava a parlare, presumibilmente da solo.
Smorzò una candela con le dita.
L'uomo dietro al bancone buttò le
ultime bottiglie vuote. Cercava uno straccio umido per pulire le mani
appiccicate, ma non lo trovò. Il giusto riparo in un sigaro, ma si
spense. Allora avvicinò la sua bocca alla penultima candela accesa.
Poi, con un soffio, la spense, proprio quando io spensi la nostra.
Ora non si vedeva più nulla.
O meglio, ora vedevo tutto quello che
avrei voluto vedere da dieci candele fa.
sì però occhio perché la candela è sul bordo e sta per cascare...
RispondiEliminavorrei mai pigliasse fuoco tutto!
c'è pure il parquet.
EliminaMa era un orgia sadomaso?
RispondiElimina"Un ragazzo ubriaco indossava un cappello da messicano"
RispondiEliminaOkay, ero io.