venerdì 14 gennaio 2011

Le bugie hanno i capelli corti



Per l’amore di Dio, seguite alla lettera i consigli di Thomas Taw, l’esperto di capelli danneggiati. Thomas, dall’alto della sua lunga gavetta dedicata alla ricerca materiale di ciuffi sfibrati ed annodati, lasciati a riposare tra una gomma dura ed un nocciolo di oliva, nei posacenere delle case di mezzo mondo, consiglia di non usare elastici e cerchietti e preferire un pettine a denti larghi. Thomas la sa lunga.

Personalmente, non uso il pettine dal giorno della mia prima comunione. Mi fotografarono parecchio quel giorno, sempre contro sole, e mantengo un’espressione che non cela il mio desiderio di evitare di passare i prossimi anni a dover fronteggiare lesioni di retina e cristallino. Non volevo fare un dispiacere al fotografo, un parente venuto da lontano che aveva appena acquistato una reflex autofocus da 1 kg, che portava orgogliosamente al collo, in compagnia di un inconfondibile borsello in vacchetta graffiato da usura, fibbie metalliche e unghie desiderose di muratti.
“Ti dà fastidio il sole, ometto?”
“No, no, zio. Fa’ pure” dissi io, lacrimando vistosamente e confondendo i riflessi scomposti dei raggi solari per aureole diffuse su tutta la parentela festante. Dissi una bugia. Il giorno della prima comunione. Forse per questo la sto pagando. Una mezza calzetta di 9 anni, vestita da cameriere dell’autogrill Montefeltro km.133, ancora lontano dal suo sviluppo e quindi da sicure pratiche di autogodimento, si permette il lusso di violare l’ottavo comandamento? Si permise. Fu per espiare tale colpa che, evidentemente, mi regalarono per lo più braccialetti d’argento e croci d’oro, neanche dovessi fare casting per un film di Kusturica. La mia voglia di Commodore 64 morì in quel locale stile Studio 54, che i miei avevano affittato ed addobbato a festa di paese.

Allora vaffanculo. Ho continuato a dirle, le bugie. Le bugie sono tue, ancor più degli amori. Una bugia è per sempre, ed è un segreto che solo tu possiedi. Puoi utilizzarla quando vuoi, e ti dà un’emozione che null’altro ti concede. Sia chiaro, sono un bugiardo amateur. Scappa qualcosa ogni tanto, ma è più per allenamento che per altro. E’ una forma di autodifesa che non provoca neanche più sensi di colpa. Lo faccio e basta. Posso smettere quando voglio, ma non voglio.

Maurizio, invece, ci  viveva con le bugie. Lui era proprio un professionista. Riusciva a tenere in piedi 3 storie di sesso ed una ufficiale, con maestrìa unica. Aveva un particolare abilità nel non riuscire mai a dire no, a nessuno. Prendeva 6 appuntamenti in un’area di 90 ettari tra le 21 e le 21,30. Accumulava debiti con la tipica nonchalance di chi non sa quanto faccia male un cartone in pieno setto nasale. La mamma lo credeva in Aula Magna, e lui se ne stava  steso, sul mio divano, a strapparsi la punta dell'alluce mentre G. rullava il cannone  più grande d'europa. La fidanzata lo attendeva sotto la pioggia, zainetto invicta fradicio e trucco gocciolante, e lui si trombava la ragazza di G. facendo leva sulla sua prossima adozione di 3 bambini di Chernobyl, mentre scorrevano le immagini di Delicatessen. Se ti diceva che stava parcheggiando, era in vasca. Snocciolava date e nomi senza esitazioni. Diceva di conoscere 4 lingue. Sosteneva di far parte di un sottogruppo del sisde dedicato ai movimenti studenteschi ed ai tombaroli. Ho pagato caro a lui un paio di scarpe introvabili, che purtroppo non ho mai indossato.
Un pomeriggio autunnale, durante un normale round di invenzioni carpiate, qualcosa andò storto. Forse una soffiata, forse un tentativo di fare il grande colpo, forse uno spinello troppo carico, e il giocattolo si ruppe. Maurizio fuse. E vennero a galla anni di trame lynchiane, scandali a corte, diari segreti, cambi d’abito, esami fasulli, falsi d’autore. La gente ne parla ancora, ma lui si è ritirato a vita privata. La cosa gli esplose tra le mani senza che potesse farci nulla. Di fronte alle proprie responsabilità, l’ennesima bugia si sarebbe rivelata l’ammissione di colpa più grande. Ed allora decise di avere un ictus. Non capimmo mai cosa e come accadde. Chi c’era, era troppo incazzato per poter credere. Un embolo decise che era giunto il momento di staccare, per una decina di minuti, l’afflusso di sangue al cervello. Quel cervello sceneggiatore di peplum rusticani, ove ritardi per una diarrea si trasformavano in epiche ricostruzioni vittoriane con colpi di scena a ripetizione, quel cervello rimase all’asciutto per un po’. Da quel pomeriggio, Maurizio non parla più. 
Ma io non gli credo. Giuro.

15 commenti:

  1. E fai bene a non credergli.

    Amico mio, se scrivi sempre così c'è poco da far sfide: vinci tu a mani basse ;)

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  2. Ahhaaa, troppo forte sto Maurizio, niente comunque in confronto der pappola, che allora se non ti fidanzavi ufficialmente in casa, col cazzo che te la facevano odorare e lui riusciva a gestirne almeno due che a volte gli toccava cenare prima da una e poi dall'altra mettendo a repentaglio la sua linea.
    Ma quanto amano le donne questi tipi così fantasiosi, forse perchè er pappola faceva medicina ed ispirava futuri radiosi, ma se poi si sarà laureato, chissa quanta gente avrà ammazzato.

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  3. Pena del contrappasso giusta e divina. Il karma colpisce ancora.

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  4. Non riuscivo a leggere il post perchè continuavo a ridere...!
    Bellissimo.
    Si,anche secondo me non dovreste credergli...
    E comunque lo voglio fumare anche io il cannone più grande d'Europa.

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  5. Mmmh...post godibilerrimissimo come sempre :)
    Senza la matassa non potrei più rantolare.
    Menzogne..
    Grandioso Maurizio..peccato non parli più..
    Meglio dire bugie che serbare segreti..
    Questo concetto è molto profondo..ma ora devo mettere a lessare le lenticchie per il prossimo capodanno e non posso chiarirlo..
    Uhm..ho appena scritto una bugia..vogliate scusarmi :)

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  6. fischia. delicatessen. non ho mai capito se sia una gran cazzata o una genialata. cmq bella storia. scrivi della madonna. e maurizio, immagino, saprà apprezzare.

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  7. @ andre: thanx, e non gli credo.

    @ frac: poi dicono la malasanità.

    @ benz: instant karma.

    @ donna Leto: non si può mai dire.

    @ D.: merci beaucoup.

    @ Grecian2000: me la scusino (cit.)

    @ Ciku: delicatessen sopravvalutato un po', forse. grazie, da parte di Maurizio.

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  8. in barba all'ottavo comandamento ti dico che questo è un post bellissimo!

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  9. Non so perché, forse l'attualità rubacuori di questi giorni, ma il tuo Maurizio mi ricorda un signore decisamente più anziano, gran trombatore (o millantatore di trombate), maestro inarrivabile di bugie.
    Purtroppo non ancora embolato.

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  10. Non credi o speri che sia l'ultima trovata per fuggire dalle colpe?
    Comunque un post che ti prende come un bel romanzo...un salutone

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  11. Ben scritto, assolutamente godibile...
    ciao :)

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  12. bon ben alors faut plus être triste...

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  13. se con l'embolo risco a evitare l'accertamento fiscale per dichiarata insanità mentale mi inietto la bolla nel collo.

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