martedì 25 gennaio 2011

Saloon Doors

 
Questo post non ci doveva essere. O poteva non esserci.

Stamattina, a seguito di uno sciagurato uno/due di caffè equo e solidarnosc di dubbia provenienza, cremoso dal sapore antiacido, l'intenzione era di sviscerare qualche parola sulla telefonata di un porco vecchio ad una trasmissione televisiva. Ma non avevo parole adatte, e poi non mi andava di ammettere che l'opinione pubica è comunque d'accordo, rintronata e rintronista, abbagliata e analbagliata, anti e pro, nascosta dietro la coltre degli indecisi che aspetta solo l'ennesimo scandalo per urlare disappunto e farsi i cazzi propri, a sanatoria, in secula seculorum. Le colleghe mi hanno chiesto cosa ne pensavo, e mi sono limitato a dire che avevo notato in alcune di loro delle vistose doppie punte. In un attimo la mia stanza si è svuotata, e, come i tentacoli del polpo, si sono sparpagliate, queste 5 meduse, ognuna impegnata, a costo di perdere cristallino e retina, a scovare l'improbabile microfrattura sul fusto del capello. Almeno, per un paio di ore, le avrei tenute impegnate.

In pausa, salto al centro commerciale ad ingoiare una festosa brodaglia cotta in tempura dalla figlia di Andrè the Giant per poi tornare al mio Acer, travolto dall'aroma di tonersamsung ed Eternity Calvin Klein che si respira al lavoro. Non prima di fare una capatina alla toilette del Centro. Ed eccotela.
L'ingresso è quadruplo: uomini, donne, neonati, disabili. Manca il bagno per amanti del piede, emo, andati, rassegnati, soddisfatti, apolidi.
All'esterno della porta “Uomini” è impalato un filippino. Lo noto perchè sembra un cartonato, e perchè ha dei baffetti che paiono posticci. Ha i vestiti del medesimo colore della pelle. Apro la porta da saloon con una spallata decisa, ed entro. Mi segue. Scelgo, come sempre, il bagno a muro. Intravedo che si piazza alle mie spalle, a circa 2 metri. Scribacchia qualcosa sul telefono. Si accorge che l'ho notato, ed entra in uno dei mille bagni presenti. Termino, ed esco a passo accelerato, testa bassa, frugando nelle tasche alla ricerca di un po' di acesulfame da passeggio, mentre gli altoparlanti del supermercato passano Lady Gaga. Allora non me ne va bene una. Cazzo, le mani. Ritorno indietro, di nuovo a testa bassa, mentre l'urlo cadenzato di una mamma in chiaro iperestrogenismo deturpa l'udito di un minore indifeso. Incrocio di nuovo il brevilineo asiatico col completino di renna che esce spingendo il battente della porta. Lo passo, lui avanza di qualche iarda, poi frena. Visibilmente in difficoltà, quasi braccato, alle prese con questo Tommy Lee Jones decurtato di fascino, centimetri e ghigno, mi lavo le mani. Mentre mi avvicino al bocchettone dell'aria calda, me lo ritrovo a un metro, stavolta di fianco. “Che c'è?”, gli faccio, accodandomi all'usanza di rivolgersi con il tu all'interlocutore, se questo è extracomunitario. Fa “Niente”, con la testa e mi indica il bocchettone con le mani ancora fradicie. Forse ho equivocato. Sarà l'aria che si respira. Doveva solo scrivere un sms, doveva solo lavarsi le mani, del resto anch'io, poi etc.etc.

Esco. Mentre sorrido, penso al filippino a frange, alle scarpe di Imelda Marcos, alle porte a spinta, ai luoghi comuni, ai bar sport, che roba contessa, alle maggioranze silenziose, alle distorsioni della realtà, a piazzale loreto, alla madonna di loreto. La mamma che urlava, ora accarezza la guancia del piccolo audioleso. Dai, non tutto è perduto. Salgo in sella allo scooter e parto. 
E inizia a piovere.

23 commenti:

  1. Altra tua grande prova... spassosamente triste, o tristemente spassoso, a cominciare da quelle cazzo di doppie punte...

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  2. “Che c'è?“
    Niente!
    Dai che è successo qualcosa?!
    Niente di riLevante!
    Ahh....ecco! Niente di nuovo sul fronte occipitale.

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  3. :) bel post!
    mi hai strappato un sorriso
    Marie

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  4. p.s. forse mi hai già beccato in giro a farlo altrove, ma è più forte di me, devo fare anche qui il mio volantinaggio, come un filippino che ti segue fino al cesso... :-))

    APPELLO STANDARD (scusate la ripetitività: in questi giorni lo troverete un po’ dovunque. E soprattutto: niente di personale, ovvio. E’ uno sfogo, ma molto molto sorridente! :D)

    da ieri mi sono schierato a fianco di robydick nella sua giusta battaglia contro la VERIFICA PAROLE. Quanto avrà rotto 'sta cosa? Io l'ho tolta e non ho mai avuto problemi, pur avendo in certi giorni centinaia di visite e decine di commenti. Vi prego, o tutti voi che leggete questo messaggio, basta far sprecare minuti di vita agli amici con questa inutile, superflua formalità burocratica!!! Passate parola contro la verifica parole!!!! Io che per passione visito ogni giorno tanti blog e lascio tanti commenti, alla fine avrò accumulato MESI di vita a obbedire come un cretino a “digita Qkworkazzpftkqrammpfgf”, per non parlare di quei blog in cui la parola ha caratteri difficili da decifrare, al punto che la sbagli e ti senti scemo, per non parlare di quando, come in questo mio esempio, sono parole lunghissime, per non parlare di quando cambiano nel preciso istante in cui le digiti, e quindi poi le devi ri-digitare. Amici, se mi volete bene, toglietela da voi, e passate parola! Bastaaaaaaaa!!

    Vedasi anche il post di oggi di Alberto Cane, coi rimandi a quello di ieri di robydick.

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  5. Sti cazzo di filippini coi baffetti...vada l'etnia, ma i baffetti posticci no cazzo!!!





    Morg

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  6. felicità!

    non ti invidio nemmeno un po'.. e non mi fido dei filippini! sono notoriamente una razza crudele!

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  7. macchè, dei filippini ti puoi fidare fino a che non ti vengono dietro con un panchetto di 30 cm nella mano

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  8. C'è uno strano rapporto tra l'uso che fai del tuo scooter e le condizioni meteorologiche che ti accompagnano. Mi sovviene la nuvola di fantozzi.

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  9. perché fai tutti questi sforzi per farti notare?

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  10. @ zio: a momenti inizio a controllarmele anche io, le doppie punte
    @ istituz: una via crucis, guavda
    @ vostradannus: ci rivedremo a fillippi? no.
    @ marie: è uno sporco lavoro, ma lo devo fare :)
    @ morg: inseguono una virilità che non avranno mai.
    @ b.b.c.: neanche io mi invidio. ;)
    @ frac: dici? A me anche di 20 cm mi mette qualche preoccupazione..
    @ benz: in compenso non ho il parabrezza.
    @ ciku: ….aspire.
    @ oceano: per farmi notare da chi?

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  11. Sembra a tratti un film dell'orrore...E se fosse ambientato in un bagno di autogrill sarebbe stato sicuramente un film dell'orrore!
    Resta il fatto che se inventano il cesso per gli Emo,mi piazzo davanti tutto il santo giorno a farmi 2 risate e ad aspettare un suicidio...Scusa,oggi sono acida...

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  12. io non commento robe da tv, non la guardo e questo fa si che le mie doppie punte non mi sopportano e si attaccano ai capelli delle mie nemiche

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  13. Che comportamento disdicevole.
    Usare la parola "iarda", dico.

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  14. Molto WESTERN questo post, nonostante il filippino!

    Ciao GionEttoreUein :)

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  15. Mi hai ricordato McEwan... Non per un particolare, in particolare. Boh... C'è che quando ho letto il tuo post mi son sentita come fra le sue pagine, per un momento. Quindi, qualunque cosa tu abbia fatto per farmi sentire fra le sue pagine, rifalla per favore... (Perchè i suoi libri li ho letti tutti e un po' mi manca)

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  16. @ violaetitia: emotivata? Sta su. Altrimenti, la punta di un cucchiaio come antiacido o per digerire.
    @ D.: non vorrei mai essere una tua nemica.
    @ Silas: non mi è rimasta che un'oncia di dignità.
    @ Graz: che mi venga un colpo, bambola! :)
    @ Maniglia: rifarollo, giuro.

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  17. Mi fermo al primo semaforo rosso, completamente fradicio, fatta eccezione per un quadrilatero che andava dal mento all'ombelico.
    Meraviglie del parabrezza.
    Ricordo che mi opposi, il giorno che comperai lo scooter. Mi opposi e dissi al vendimotorini che mi porgeva le cambiali: "Che me ne fo di un parabrezza?" irremovibile.
    Bastò una voce di mia moglie, presente (ohimè) alla transazione: "Ettore, i tuoi reumatismi..." E parabrezza fu.
    Mogli.
    Insomma ero lì, intriso d'acqua nella mia semaforica stasi in attesa di un verde, quando un uomo, vestito di lerci jeans e uno scurissimo k-way bucherellato, prese a tergermi il parabrezza di cui sopra con un'enorme spugnone, nel vano tentativo di asciugarlo dalla pioggia che ancora scendeva, celere, sulla città.
    E io volevo digli: "No amico, non ho spicci" ma quando lo guardai in volto riconobbi l'uomo asiatico utenteditelefoniamobileinbagnipubblici di poco prima. Come aveva potuto travestirsi da lavavetri ed esser lì, ai piedi di quel semaforo?
    Perchè questa persecuzione?
    Mi voltai di scatto per chiedere aiuto agli automobilisti che m'affiancavano nell'eterna attesa di quella luce verde, ma anche loro, anche loro erano quell'uomo.
    I passanti sui marciapiedi?
    Il vigile all'angolo della strada?
    I volti giganteschi della pubblicità nei manifesti?
    Erano tutti quell'uomo.
    Presi lo specchietto dello scooter con entrambe le mani per rivolgerlo al mio volto. Mentre lo facevo pensai che il mondo intero stava per essere sommerso, tanta era l'acqua che cadeva.

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  18. Se c'era il filippino, era giovedì.

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  19. L'ho sognato stanotte, quell'enorme spugnone? Non ricordo. Ma ero al settimo piano e mezzo. E voi, se anche voi avete sognato uno spugnone, quando avete un po' di tempo fatevi un giro su http://viligelma.blogspot.com

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  20. Madonna, forse avrai pure frainteso, ma a me avrebbe preso un'ansia incredibile.

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  21. ti dico quello che ho detto a mia madre ier sera: Potevi accogliermi con piu mascara e perizioma..

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