giovedì 23 maggio 2013

Vuoi perdere peso? Non chiedermi come.





Donne.
Una di voi ha messo al mondo me.
Una di voi ha preso la mia adolescenza onanistico-calcistica è l'ha accartocciata, gettandola dal finestrino in zona riconosciuta dal Fondo Ambientale come a rischio idrogeologico.
Una di voi mi ha fatto scoprire i piaceri della carne e quelli delle corna.
Una di voi mi ha sposato.
Una di voi mi corrobora le giornate lavorative con i riassunti delle puntate di Chi l'ha visto e Cucine da incubo.
Molte di voi lavorano (beh, lavorano), sedute scompostamente alle loro scrivanie nei 90 mq del nostro ufficio, cercando di accavallare le gambe senza sgualcire la gonna fiorata Desigual.
Altre entrano spesso nella mia stanza, a chiedermi conto delle azioni dei loro compagni, spesso ingenui, altre volte chiaramente desiderosi di tenere il piede in cinque scarpe diverse.
Ma nonostante tutto, a voi non potrei rinunciare.
Siete la parte migliore dell'esistenza.
Con la vostra capacità di capire il maschio e nonostante tutto continuare a passarvelo tra le dita delle mani con grazia.
Vi amo.
Tranne verso la fine di maggio.

La fine di maggio dura molto più di quanto dica il calendario. Il tempo si espande, i secondi diventano ore, come quando la radio passa una canzone di Cremonini e ti auguri finisca il prima possibile, e quella niente. Resta anche sotto alle gallerie più lunghe.
Le donne, quelle che conosco io, non sono più donne, verso la fine di maggio. Sono altro.
Alla fine di maggio si moltiplicano i cataloghi.
Si diffondono dicerie sulle proprietà della bava di lumaca.
Il siero di vipera.
Il muco di scorpione.
Lo chatouche, altrimenti noto come “ricrescita dimenticata lì”.
Le bacche di Gogj.
Dukan, tisanoreica, zumba.
Alcune donne, che hanno tenuto il collo protetto da un morbido dolce vita fino a Santa Rita, scoprono pian piano gli effetti Serum 7.
La fine di maggio sembra non finire mai.
L'acre odore di Somatoline si espande per le condutture dell'aria condizionata.
Non riesco a parlare con i fornitori.
C'è il filler da completare.
Le fragranze.
Contorno occhi.
Mesoterapia.
Drenaggio.

Non vedi l'ora che finisca, la fine di maggio.

giovedì 2 maggio 2013

Che fine ha fatto Ettore Aldimari?

 

Ero un uomo medio. Senza pretese. Con le mie fissazioni. Mi pentivo di essermi tagliato la barba, mentre la tagliavo. Allora lasciavo crescere i baffi.
Per lungo tempo ho lavato molto più spesso la parte sinistra della mia bocca.
Ho dormito dieci anni senza cuscino, poi non ne ho potuto più fare a meno.
Ero convinto di avere in mano il destino del mondo, e ne rispettavo la sorte gestendo il giusto numero di passaggi sugli zerbini che incontravo nel mio percorso.
Guardavo con nostalgia i capelli tagliati dal barbiere, cadere in terra ed essere calpestati da quest'uomo completamente calvo. Non ci avevo mai fatto caso.
Davanti ai miei occhi aprivano e chiudevano pub irlandesi gestiti da materani, centri benessere nei quali poter prendere la tua epatite preferita, sale scommesse affollate di illusi divoratori di unghie e diana bludure, compro-vendo-presto-rubo-scippo oro.
Camminavo a testa bassa.
Non avevo pacche sulle spalle.
Non avevo spalle.
Andare al lavoro, restare a casa, perire in un maremoto non faceva differenza per me. Tutto procedeva con una sorda, ovattata linearità.
Era un periodo buio.
Non c'erano social network. Riuscivamo a sentirci soli senza bisogno di tecnologia.

Poi è arrivata lei.
Bella come una canzone bella.
Segreta. Luminosa. Misteriosa. Calda.
Capace di nulla, quando più si ha bisogno di tutto.
In grado di ogni cosa, quando non ci pensi, ormai, più.
Cambiandomi, molecola per molecola, pensiero su pensiero, indefinitamente.

Poi è andata via.