giovedì 19 settembre 2013

Chi è il Bastardo?





Scendo in fretta tutti i gradini che ci sono, dimenticando anche i tic che oramai ripetevo dalla prima adolescenza. Il portone è già aperto. Il collaudatore delle caldaie attende impaziente al citofono che qualcuno gli apra. Il tatuaggio sul bicipite sinistro inizia a spazientirglisi. Corro a zigzag tra escrementi di cane e volantini elettorali. Se c'è una cosa che identifica l'arretratezza culturale di un popolo è proprio il fatto che non ti lasciano far cacare il cane in luoghi puliti. E così lo deve fare, povera bestia, in mezzo alle facce dei politici. Che poi non noti nemmeno la differenza.
Salto i convenevoli con la vecchia del piano di sopra. Non è il momento di commentare il costo della vita e la bruttezza degli sceneggiati Rai. E poi puzza di apocalisse anziana.
Apro il portoncino esterno. L'amministratore di condominio, e la sua alopecia, hanno deciso di posizionare il pulsante apriporta lontano circa 10 metri. Ecco perchè non ti pago mai.
Esco alla luce del sole, ma la Panda che mi deve trascinare via da qui non c'è ancora. L'sms “sto sotto" resta uno dei misteri dell'antropologia contemporanea. Stai sotto, sì, a un acido.
Attendo appoggiato alle cassette della posta.
Arriva un uomo di 50 anni, brizzolato, con una tuta decathlon sdrucita e l'aria affaticata. Lo riconosco. Lui non riconosce me. È quello che fino a qualche anno fa sgommava sul suo mercedes SLK, in giro per supermercati a rappresentare spalle di cotto e bresaola e croteggiare cassiere insoddisfatte. Sta inserendo volantini nelle buche, trascinando un carrello da spesa, quelli delle nonne, di tessuto scozzese. Gli regalo uno sguardo pietoso dietro ai miei Rayban rettangolari opachi. Lo ricordo ancora, quando ci squadrava, noi, fumatori di skank alle prese con i primi microfilmati di 144, altro che youporn. Una sera ci puntò i fanali contro, per 3 lunghi minuti. Noi restammo lì. Poco dopo, arrivarono gli sbirri, e fortuna che avevamo finito tutto.
Ora tu sei qui ad infilare dita grosse nelle fessure arrugginite della mia posta. Scivoleranno giù offerte di pannolini e Jaegermeister. Crepa, maiale.Tu e i tuoi volantini del cazzo.
Aspetto che li abbia imbucati tutti, uno per uno, ben piegati.
Poi li tiro fuori dalle cassette, con calma certosina e li spalmo per terra. Fotografo lo scempio ambientale, che vergogna. E mando tutto all'indirizzo mail sul volantino, alla voce “Segnala gli sprechi”.
E ora puntami questi fanali.